Esame Istologico
L’ esame istologico è un importante strumento diagnostico utilizzato soprattutto in Medicina per le analisi pre- intra- e post-operatorie in ambito prevalentemente chirurgico. Consiste nell'osservare al microscopio un campione di tessuto prelevato chirurgicamente da un qualsiasi distretto corporeo per stabilirne la natura maligna o meno.
L’ esame istologico si effettua su frammenti di tessuto (biopsia incisionale o escissionale) oppure da un reperto asportato in sala operatoria, o, infine, anche nel corso di un'autopsia.
L'esame istologico è inderogabilmente affidato all’anatomopatologo, ovvero un medico chirurgo specialista in anatomia patologica, che esamina il vetrino su cui è stato preparato il materiale per verificare le caratteristiche delle cellule che lo compongono, stabilendone il loro tipo istologico in base a classificazioni standardizzate dall’OMS, che consentono di prevedere quale potrebbe essere l’eventuale grado di aggressività della malattia, i cui criteri variano da patologia a patologia.
L'esame istologico può essere effettuato anche in ambito intraoperatorio (c.d. estemporanea o esame istologico intraoperatorio), ovvero durante un intervento chirurgico, sfruttando metodiche tecniche rapidissime (pochi minuti) che consentono, con ottima approssimazione, di stabilire la corretta strategia chirurgica dell’intervento, permettendo, di risolvere il caso in un'unica seduta operatoria, evitando, eventualmente, di re-intervenire chirurgicamente.
L'esame intraoperatorio può venire richiesto al fine di chiarire la diagnosi di malattia, nel caso questa non sia già stata posta in precedenza, o quando durante l'operazione emergano nuovi quesiti diagnostici. Dall'esame in estemporanea dipende frequentemente il successivo procedere operativo.
A differenza dell’ esame istologico intraoperatorio, l’ esame istologico definitivo (o di routine) richiede più giorni per l’allestimento tecnico, ma permette, ovviamente, di ottenere una qualità migliore delle sezioni dovutamente al fatto che i campioni prelevati vengono sottoposti ad un più lungo ed accurato procedimento tecnico che li porta ad essere inclusi in sostanze resinose come la paraffina, che dona maggior compattezza e maggiore facilità di taglio al campione.
L’ aspetto più delicato dell’esame istologico è il corretto campionamento del reperto bioptico e/o operatorio, ovvero scegliere adeguatamente il punto esatto in cui si decide di effettuare il prelievo, per fare in modo che ciò che si è asportato, possa essere più rappresentativo possibile, favorendo una rapida ed attendibile diagnosi istologica.
Più la diagnosi che esita da un esame istologico è attendibile, accurata e rapida e maggiori saranno le condizioni favorevoli ad una buona prognosi, perché consentirà la corretta terapia nei luoghi, nei modi e nei tempi adeguati.
L’esame istologico, tecnicamente parlando, è una valutazione microscopica delle caratteristiche morfologiche di un frammento di tessuto adeguatamente asportato. Normalmente, i frammenti di tessuto vengono dapprima "fissati" (per evitare la decomposizione) in apposite soluzioni (formaldeide tamponata al 10%, alcool, ecc.), disidratati (xilolo), inclusi in paraffina (per renderli consistenti e adatti al taglio) e tagliati in sezioni di pochi µm di spessore, mediante un apposito strumento, detto microtomo. Le sezioni vengono infine poste su un vetrino porta-oggetto e colorate con un'ampia gamma di coloranti (Ematossilina-Eosina) e colorazioni speciali (PAS, Giemsa, May-Grumwald-Giemsa, ecc.).
L’esame istologico definitivo si può avvalere anche di particolari metodiche diagnostiche come l’ immunoistochimica e la biologia molecolare, al fine di supportare maggiormente le corrette strategie terapeutiche (fattori prognostici, farmaci bio-molecolari, ecc.).